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Avatar di fessure

Qui ci sarebbe da sgranchirsi le mani prima di iniziare a digitare, che l'argomento è ampio e complesso e, come dimostra anche il punto di partenza per questa tua newsletter, sta diventando sempre di più argomento di confronto nelle chat ed alle tavolate con gli amici. In realtà io me ne posso ancora tirare parecchio fuori: ho usato ChatGPT un'unica volta e chiedendo una banalità assoluta tanto per provare, non ho mai usato nessun assistente vocale sul telefono né avuto Alexa e simili. Non c'è un vero e proprio rifiuto, è che non ne ho sentito e non ne sento il bisogno, e non voglio correre il rischio di cadere troppo nell'abitudine di certe comodità e facilitazioni, che poi nel momento in cui non le hai finisci col sentirti in difficoltà o più stressato del normale. In questo preciso momento storico però, con l'aria che tira nel mondo, sono diventata ancor più restia e sospettosa verso tutto ciò che risucchia le nostre informazioni personali online. E nel cerchio delle mie amicizie, io sono quella più attiva online, quindi in realtà nel mio caso i nostri confronti al riguardo durano molto poco lol. Proprio per questo è stato interessante leggere una piccola parte dell'esperienza di qualcuno che, come te, sta esplorando questa funzione.

Her però mi era piaciuto molto. E WikiHow è il luogo più bello che internet abbia mai prodotto ("come diventare Papa" non lo avevo mai visto, è incredibile!!! 😭)

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Avatar di Valeria

L'aspetto che trovo più preoccupante è il crescente timore di inrerfacciarsi con l'umanità delle persone, e quindi con le loro reazioni imprevedibili, il loro potenziale disaccordo, persino il loro minimo ritardo nel risponderci (perchè non siamo al centro del mondo, cavolo), tutte caratteristiche assenti nell'AI e che ci farebbero preferire questa al contatto umano. Credo che questa tendenza al voler sfuggire agli "svantaggi" del rapporto con gli altri umani e al voler essere constantemente confortati sia evidente anche nei prodotti che ci vengono propinati (nelle serie tv, per esempio, che vengono pensate spesso per un preciso target che si sentirà accolto e compreso e il cui spririto critico potrà continuare a sonnecchiare indisturbato).

Detto ciò, io penso che Chat GPT sia sopravvalutata. Mi ci interfaccio da tempo e con una certa frequenza e, se è stata spesso in grado di sollevarmi da compiti noiosi come la ricerca e raccolta di informazioni su un argomento, laddove serve un minimo di capacità critica, sensibilità/empatia o attenzione al contesto, ecco che casca. Per esempio, a volte quando devo rispondere ad email di lavoro alle quali non ho voglia di rispondere, scrivo una pigra bozza da sottoporre alla revisione della nostra fidata AI, e puntualmene trovo che il risultato sia sì utile, ma non impeccabile. C'è sempre quache frase che suona forzata, non adatta al contesto (e hai voglia a chiedere "fallo un po' meno formale", "usa parole più chiare e meno astruse", il risultato non mi soddisfa mai al 100%). Quindi ecco che copio qualche frase, assimilo qualche spunto, ma poi vado avanti di testa mia.

In sintesi, penso che potremmo concentrarci di più su quanto possiamo imparare usando l'AI come mezzo, piuttosto che sulla possibilità che possa rimpiazzarci (e continuare a chiedere consigli agli amici, che se ci sentiamo vulnerabili per una volta o ci becchiamo un "non sono d'accordo con te" non può farci che bene).

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